Nel 2020 il tema di una possibile sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati è tornato di forte attualità in Italia. Per sanatoria – ricorda il vocabolario Treccani – si intende, nell’accezione più generica del termine, un “atto in cui l’autorità competente legittima uno stato di cose irregolare, ovvero una situazione di fatto che si protrae da tempo in modo anomalo”. Si tratta di una modalità utilizzata spesso, in Italia, negli ultimi anni, in differenti ambiti. Negli ultimi mesi, si sta parlando sempre più insistentemente di una sanatoria sull’immigrazione, o sui migranti, che dovrebbe portare alla regolarizzazione di circa 600mila stranieri presenti in Italia, per 1,2 miliardi nelle casse dello Stato tra tasse e contributi. Dalle badanti ai braccianti agricoli, dalle colf ai lavoratori stagionali, secondo la Fondazione Ismu-Iniziative e studi sulla multietnicità, in Italia nel 2019 c’erano 562mila stranieri clandestini. Un numero destinato ad aumentare nel corso del 2020 e del 2021, a causa delle restrizioni previste dal Decreto Sicurezza” del 2018 che ha cancellato il “permesso di soggiorno per motivi umanitari”, secondo quanto sottolineano alcune associazioni umanitarie. In un contesto del genere, dunque, nei primi mesi dell’anno 2020, si è fatta avanti l’idea di una nuova sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati, con una bozza di disegno di legge finita tra le mani dei parlamentari italiani e ancora in discussione. 

Si tratta di una legge che prevederebbe 18 articoli, con al centro la regolarizzazione attraverso una “dichiarazione di emersione dei rapporti di lavoro“. Una sanatoria, dunque, che metterebbe al centro la regolarizzazione dell’immigrato in quanto lavoratore, e lo porterebbe a diventare lavoratore regolare. La bozza della legge che prevede la sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati sta circolando tra i ministeri dell’Interno, dell’Agricoltura, e dell’Economia, del Lavoro e della Giustizia. L’articolo 1 evidenzia le finalità della sanatoria, pensata prima di tutto per “sopperire alla carenza di lavoratori nei settori di agricoltura, allevamento, pesca e acquacoltura“. In questi settori, il datore di lavoro che decidesse di contrattualizzare e regolarizzare “cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale in condizioni di irregolarità” dovrebbe presentare istanza allo sportello unico per l’immigrazione. Un contratto annuale che porterebbe, poi, a una serie di verifiche per ottenere il permesso di soggiorno. Si tratterebbe, dunque, di una strada diversa per regolarizzare gli immigrati in Italia, come evidenziato dall’avvocato esperto di diritto dell’immigrazione Iacopo Maria Pitorri. Come spiegato anche nel suo libro, l’Avvocato Pitorri di Roma delinea il percorso per una sanatoria che passi dalla regolarizzazione degli immigrati attraverso un contratto lavorativo, e ne analizza i passaggi e le caratteristiche principali, oltre alle esperienze degli altri Paesi europei che hanno seguito questa strada. In Italia, l’idea sarebbe quella di seguire l’esempio del Portogallo, per una rapida sanatoria degli immigrati in un momento di emergenza come quello legato alla pandemia del Covid-19, e come auspicato dalla stessa ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, nel corso di numerose audizioni e interventi in Parlamento, durante il dibattito sull’emergenza sanitaria.