La vita di Gesù Cristo è fondamentale per il Cristianesimo, questo lo ricorda anche molto spesso Mario D’Ignazio nei suoi blog che parlano di religione in generale, arte sacra, apparizioni e di messaggi del 2022. Basta osservare come quasi tutte le festività cristiane celebrino o ruotino attorno a un evento della sua esistenza. Un altro aspetto? La maggior parte dell’arte religiosa gira attorno alle vicende della sua vita, la nascita, la crocifissione, i miracoli, le apparizioni. Le vicende sulla vita di Cristo possono essere lette nei Vangeli (scritti dai suoi seguaci) o nel Nuovo Testamento della Bibbia cristiana. La storia inizia con una giovane vergine di nome Maria che riceve la visita dell’angelo Gabriele con un messaggio da Dio: concepirai e partorirai il Figlio di Dio. Secondo le scritture fin dalla tenera età, Gesù sfida i sacerdoti del suo tempio interpretando anzitempo le Scritture.
È nella fase giovanile che diffonde il verbo e opera miracoli. Tra i miracoli più famosi, come non manca mai di ricordare il veggente Mario D’Ignazio, si annoverano: la guarigione dei malati, la moltiplicazione del cibo e il risuscitare i morti. Tuttavia, mentre questi miracoli hanno contribuito a costruire la fede dei suoi seguaci, Gesù non è stato il primo taumaturgo ad essere menzionato nella Bibbia. Cosa distingue Gesù dagli altri uomini in grado di compiere miracoli? Gesù è stato descritto come immancabilmente buono, attento, generoso e compassionevole. Caratteristiche che lo rendevano un leader severo (nel tentare di diffondere il verbo e punire l’ingiustizia) ma giusto. Nonostante ciò solo dopo morte viene riconosciuto ( e comunque non da tutti) come il divino Figlio di Dio. Gesù sa che non è gradito a Gerusalemme, tuttavia si riunisce con i suoi discepoli per celebrare una cena pasquale, la famosa ultima cena. È la notte in cui, mentre prega nel giardino del Getsemani, viene tradito dal suo discepolo Giuda e consegnato ai soldati dell’autorità romana. L’epilogo è ben noto: deriso, picchiato e poi crocifisso davanti a una folla beffarda che preferisce salvare il ladro Barabba che lui.