La discussione sulla cosiddetta “rottamazione quinquies” è entrata in una fase cruciale. Il nuovo disegno di legge, presentato dalla Lega a fine novembre 2024 e ora all’esame della Commissione Finanze del Senato, rappresenta l’ultimo tassello di una lunga serie di interventi con cui il legislatore italiano ha cercato di agevolare il rientro dei contribuenti nei confronti del Fisco. Se approvata, la misura dovrebbe essere inserita nella Legge di Bilancio 2026, con un’entrata in vigore che potrebbe arrivare già nel corso del 2025. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: introdurre una definizione agevolata più flessibile e sostenibile, che permetta a cittadini, professionisti e imprese di regolarizzare la propria posizione senza compromettere la continuità economica delle attività.

La novità principale rispetto alle precedenti rottamazioni fiscali è l’orizzonte temporale“, commenta Gianfranco Rienzi, commercialista di Firenze ed esperto revisore contabile. Con la quinquies, i contribuenti potranno rateizzare i debiti fiscali fino a un massimo di 120 mensilità, equivalenti a dieci anni, senza il peso aggiuntivo di sanzioni e interessi. “Un cambiamento radicale rispetto ai piani precedenti, che prevedevano rateazioni più brevi e l’obbligo di versare maxi-rate iniziali – continua Rienzi. “La misura introduce anche una maggiore flessibilità nella gestione degli eventuali ritardi nei pagamenti: il contribuente non perderà subito i benefici in caso di inadempimento, ma solo dopo otto rate non pagate, anche non consecutive.

L’ambito di applicazione della sanatoria coprirà i debiti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023. Sono esclusi i carichi di natura penale, i debiti derivanti da aiuti di Stato giudicati illegittimi dall’Unione Europea e i danni erariali riconosciuti dalla Corte dei Conti. La misura non sarà tuttavia aperta a tutti. Per accedere al beneficio sarà necessario dimostrare una condizione di reale difficoltà economica, criterio che il Governo intende verificare attraverso parametri oggettivi, come l’attestazione ISEE. L’esecutivo ha inoltre annunciato che la dilazione decennale non sarà concessa per debiti di importo molto ridotto, per i quali si ipotizzano piani di pagamento più brevi o rate minime di importo predeterminato.

Dal punto di vista operativo, l’adesione alla rottamazione quinquies dovrebbe avvenire attraverso procedure digitali semplificate sul portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Una volta presentata la domanda, il contribuente riceverà un piano di pagamento personalizzato, con scadenze e rate definite. Sarà fondamentale rispettare le tempistiche stabilite: la decadenza dal beneficio comporterebbe il ripristino dell’intero debito originario, comprensivo di sanzioni e interessi.

Gianfranco Rienzi (commercialista a Firenze): “Per il mondo delle imprese e dei liberi professionisti, questa misura potrebbe avere un impatto significativo. Molti operatori economici hanno accumulato debiti fiscali negli ultimi anni a causa di crisi di liquidità, cali di fatturato e difficoltà di accesso al credito. Con la quinquies, sarà possibile pianificare il rientro senza compromettere il capitale circolante necessario per la gestione ordinaria o per nuovi investimenti. Il beneficio non si limita alla riduzione del carico fiscale: la regolarizzazione della posizione debitoria può migliorare il rating creditizio, facilitare la partecipazione a bandi pubblici e riaprire l’accesso a strumenti di finanziamento che oggi restano preclusi a chi ha pendenze con il Fisco.

Non mancano, tuttavia, elementi di criticità. La frequenza con cui negli ultimi anni sono state introdotte misure di definizione agevolata rischia di minare la certezza del diritto e di creare disparità tra contribuenti puntuali e chi, invece, attende una sanatoria per adempiere. È un rischio riconosciuto anche dal Governo, che ha ribadito la volontà di limitare la platea dei beneficiari e di rendere la misura uno strumento eccezionale, destinato a chi è davvero in difficoltà. Dal punto di vista delle finanze pubbliche, il tema delle coperture resta centrale: il recupero di crediti fiscali altrimenti difficilmente esigibili dovrà bilanciarsi con l’impatto immediato sul gettito.

La rottamazione quinquies non è ancora legge, e il percorso parlamentare potrebbe portare a modifiche sostanziali del testo. Ma già oggi il dibattito evidenzia un punto chiave: per imprese e professionisti si apre la prospettiva di una nuova strategia di gestione del debito fiscale, capace di accompagnare la ripresa economica senza penalizzare eccessivamente chi è stato colpito da eventi straordinari. Se applicata con criteri chiari e selettivi, la misura potrebbe segnare un passo importante verso una maggiore sostenibilità del sistema di riscossione, favorendo una compliance spontanea e contribuendo a ridurre l’enorme contenzioso che da anni grava sui tribunali e sull’Agenzia delle Entrate.